IL NOSTRO INTENTO
LA PROBLEMATICA
■ Codici vecchi e nuovi:
La cosiddetta «liberazione sessuale» ha buttato giù di bordo gli schemi di
condotta precedenti, ponendosi in modo critico e spesso
ingenuamente spietato e, imitando le tendenze di un clima generale,
considerando a priori gli standard della tradizione come spazzatura di cui
disfarsi. Non sapendo cosa mettere al loro posto, si è creato un vuoto morale e
di verità e, quindi, disorientamento, inquietudine e confusione. ● Per il
cristiano maturo non sono normative a priori le tradizioni morali né lo sono le
nuove tendenze, sebbene le prime non siano sempre sciocche né le seconde sempre
banali. Per il credente la validità di norme e comportamenti si misura, di volta
in volta, con i principi impassibili della Paola di Dio. ● In ogni modo, non si
può buttare il bambino con l’acqua sporca. Se una società abbandona le radici
cristiane, è condannata all’impoverimento delle coscienze individuali e allo
sfacelo morale generale.
■ Conflitti e problemi
rimangono: Come mostrano le lettere più o meno
disperate - spesso a causa dell’ignoranza - indirizzate a rubriche di giornali,
gestite da medici o da confidenti comprensivi, constatiamo che ancora nel nostro
tempo ci sono lettrici e lettori che sanno poco e niente dell’abbiccì del
rapporto amoroso. Diversi giovani hanno difficoltà a parlare delle parti intime,
poiché le ritengono cose vergognose; altri, quasi per esorcizzare
l’innominabile, «adornano» il loro linguaggio comune di coprofilia, di parole
genital-fecali. Alcune giovani donne non sanno quando e come si perde la
verginità o facendo cosa rimarrebbero incinte. Adolescenti sono disperati perché
ritengono di avere delle malformazioni congenite (spesso vere
solo nelle loro menti) o, come minimo, delle «gravi disfunzioni» (ad esempio,
eiaculazioni notturne, mestruazioni assenti o irregolari) che impedirebbero loro
di far felice un futuro partner. La paura di avere figli, blocca sessualmente
alcune coppie. Mogli rimaste incinte per davvero se la prendono con i mariti che
non sono stati «attenti». C’è ancora una grande ignoranza sugli
anticoncezionali: tipi, uso e controindicazioni. ● È quindi necessario scrivere
con chiarezza sulle cose che riguardano la relazione intima dei coniugi. La
maggior parte dei libri sul matrimonio tralasciano di affrontare le vere
problematiche, lasciando il tutto all’immaginazione del lettore. Immancabilmente
questi cercherà di trovare risposte in libri sul sesso e sul matrimonio scritti
da non credenti. Queste pubblicazioni presentano spesso questi temi in modo
squallido o scabroso e di solito presentano come normali quelle pratiche che la
Bibbia disapprova.
L’AIUTO ADEGUATO
■ Verbalizzare: Un vero aiuto può venire solo parlando correttamente della
sessualità. È bene chiamare col loro nome corretto le cose che creano difficoltà
nell’ambito sessuale. Ciò deve avvenire senza pregiudizi, senza un linguaggio
pudibondo ed evasivo, ma altresì senza idolatrare il sesso o senza degradarlo a
una serie di tecniche che prescindano dai sentimenti, dall’amore e dalla
volontà. ● Constatiamo che la relazione sessuale matrimoniale è aggravata da
inibizioni, paure, attenzioni errate e false attese. La coppia deve imparare a
verbalizzare tutto ciò, se vuole trovare soluzioni. La vita di coppia è
aggravata da falsi pudori, coltivati su dogmi religiosi o su una errata
comprensione dei fatti biblici. Ciò non rimane senza conseguenze per la vita di
fede e per il clima familiare.
■ L’apertura necessaria:
Riguardo ai temi sessuali, bisogna deporre l’omertoso e complice silenzio,
occorre smettere di girare intorno alle cose e di usare ipocrisia; tutto ciò è
indegno per il credente. Bisogna smettere di chiamare la sessualità un «tema
scabroso», poiché ciò è una critica verso il Creatore e una tacita accusa che
Lui abbia creato «cose scabrose». Di queste cose bisogna certamente parlare con
l’onore dovuto. ● Questa opera parte dal principio che nessuno può occuparsi
della sessualità altrui senza mettere in discussione le proprie abitudini
sessuali; essa vuol essere, quindi, base di riflessione e di discussione.
■ Un punto di vista
cristiano: L’autore scrive da un punto di vista
prettamente cristiano e intriso nel «timore del Dio vivente». Siamo convinti che
la questione della morale sessuale trovi per il credente la sua risposta
adeguata solo alla luce della rivelazione biblica. Ora, nella nostra analisi
vogliamo rimanere «spregiudicati» e chiamare le cose per nome, senza però cadere
nel cattivo gusto, in una pornografia letteraria e nella coprolalia. Vogliamo
presentare un punto di vista cristiano, laico e centrato sulla realtà, che
presenti in modo chiaro, semplice e con una dose di buon senso sia i problemi
sia le soluzioni praticabili. Siamo convinti che la conoscenza presentata dalla
Bibbia sull’uomo è così profonda che trascende i cambiamenti contingenti; gli
standard biblici permettono lo sviluppo di personalità piene e veraci. La verità
della Parola di Dio in tema sessualità ed erotismo non è niente di utopico, ma
essa presenta soluzioni reali e realizzabili per ogni persona di buon senso.
Essa è la via benefica del Creatore, il quale sa come siamo fatti. Siamo
convinti che la visione biblica della sessualità sia razionale, coerente,
attendibile, benefica e degna di essere accettata. Il corpo e l’anima possono
trovare il loro equilibrio salutare; la sessualità da un tabù o da una
coercizione mentale e comportamentale, può diventare un elemento di vero
appagamento e uno strumento per la costruzione di una intimità e di una
comunione bipolare che diano vera libertà. Dio vuole che costruiamo relazioni
umane appaganti e felici; ma ciò sarà impossibile da realizzare in termini
differenti da quelli dettati dal Creatore. In gioco ci sono il benessere e la
felicità. (da Sesso & Affini 1, pp. 11ss)
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